Concludiamo la rassegna cinematografica su Pupi Avati con La casa dalle finestre che ridono, del 1976. Con questo film horror diventato opera di culto e oggetto di studi monografici Avati ha il merito di aver inventato un genere personale e autoctono, il gotico padano. Protagonista non secondaria è infatti l'ambientazione, la placida e solare provincia ferrarese, che ospita una vicenda di perversione, atroci segreti e omertà.
Ancora oggi, a distanza di più di quarant’anni dalla sua realizzazione, il film resiste al passare del tempo grazie alla sua onestà, all’assenza di espedienti narrativi, allo “scavo” psicologico che porta ognuno dritto al centro delle proprie paure negandogli ogni certezza: non esiste alcuna sicurezza, non si è mai completamente in salvo. Nulla è come sembra.